La strage che durante la Seconda Guerra Mondiale si abbatté su Torre Vado, il 30 agosto del 1942, è sempre presente nella memoria dei suoi abitanti. Nel cimitero di Castrignano del Capo sono tuttora sepolti i resti di 19 soldati recuperati dal mare nei giorni successivi all’esplosione.
La petroliera italiana "San Andrea"era salpata dal porto di Taranto ed era diretta in Grecia, nel Pireo, con un carico di benzina destinato al rifornimento delle truppe italo-tedesche.
Si trovava nelle acque di Morciano di Leuca, in corrispondenza della secca di Ugello, purtroppo teatro di numerosi naufragi, quando fu avvistata da una flotta aerea nemica, composta da una ventina di aerei britannici Bristol Beaufighter, che la bombardarono facendola colare a picco mentre era in fiamme.
Insieme alla "San Andrea" furono colpite le altre navi di scorta che componevano la spedizione, così come un antisommergibile Cant Z.501 e due antisiluranti CA.314.
Nel pomeriggio di quell’infausto giorno il bombardamento non si riuscì ad evitare, nonostante le misure di sicurezza adottate, infatti la petroliera era preceduta dal cacciatorpediniere "Antares" e, dall’alto, era sorvegliata dagli aerei tedeschi da caccia Araldo e Junker 88, e da tre Macchi 200 "Saetta" italiani.
Ennesimo duro attacco per le truppe italiane, che nell’arco di pochi giorni, qualche settimana prima, avevano perso allo stesso modo la petroliera "Posariga", la settimana dopo la "Camperio", e il giorno successivo l'"Istria" e la "Dielpi".
Inutile il tentativo dei nostri soldati, di difendersi con le mitragliatrici di bordo: erano le 18.40 quando la "San Andrea" colò a picco, la cisterna era incendiata, molte vite umane trascinate in fondo al mare.
Da marina di Morciano di Leuca partirono subito i soccorsi da parte degli abitanti, a bordo dello loro piccole imbarcazioni, ma riuscirono a salvare solo pochi superstiti. Ancora per giorni e giorni il mare restituì i cadaveri dei soldati italiani.
Una strage tra le tante durante quella sanguinosa guerra che, come tante, vive solo nella memoria collettiva degli abitanti del luogo. A distanza di 70 anni da questo triste evento rimangono, come testimoni, le lapidi dei soldati sepolti nel piccolo cimitero e una pittura di Cosimo Renzo di Morciano, un artista locale che ha voluto immortalare così il tragico evento a cui aveva assistito.